Gestione del deficit alveolare nell’agenesia di un incisivo laterale superiore

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Prof. Federico Berton 

Libero professionista: 
Docente di implantologia e parodontologia presso l'Università di Trieste. Socio attivo e membro della commissione editoriale/web della Chirurgia Piezoelettrica Internazionale.

Impegnato nel campo della ricerca in chirurgia rigenerativa, implantologia e parodontologia; autore di innumerevoli articoli scientifici su riviste internazionali, relatore a numerosi corsi e conferenze.

Key Opinion Leader (KOL   per Advan S.r.l.

Abstract

La seconda agenesia dentale più frequente è rappresentata dagli incisivi laterali superiori, dopo il più comune terzo molare inferiore [1]. Questa comune agenesia porta al paziente un importante impatto funzionale ed estetico e una gestione impegnativa per il team odontoiatrico. 

Sono stati riportati diversi approcci per il trattamento di questa condizione, sia per l’agenesia monolaterale che bilaterale. Dal meno invasivo al più invasivo si possono elencare: 

  • i) l’adattamento conservativo / protesico del canino in sostituzione dell’incisivo e del primo premolare per funzione canina(con o senza trattamento ortodontico); 
  • ii) la creazione ortodontica dello spazio per l’incisivo e la sostituzione protesica con corona fissa (con diversi approcci); 
  • iii) la creazione ortodontica di spazio per l’incisivo e riabilitazione fissa supportata da impianto; la riabilitazione protesica rimovibile può essere utilizzata, al giorno d’oggi, solo per funzione provvisoria quando non è possibile utilizzare protesi provvisorie fisse [2]. 

Anche se la riabilitazione supportata da impianti porta alcuni vantaggi, porta anche diversi svantaggi come il limite di età, l’invasività chirurgica, l’estetica dei tessuti duri e molli di difficile gestione, data la posizione strategica dell’incisivo. Inoltre, l’inserimento precoce dell’impianto dovrebbe prevedere una prognosi a lungo termine della riabilitazione, vista l’età del paziente al momento del trattamento. Infine, l’agenesia porta deficit sia dei tessuti molli che duri che devono essere ripristinati in quanto a garanzia di un risultato estetico e funzionale della riabilitazione implantare. Pertanto, la riabilitazione implantare di un incisivo laterale mancante, risulta essere una condizione impegnativa per il chirurgo orale e il protesista.

Un paziente caucasico di 21 anni, sano dal punto di vista sistemico, è stato valutato per l’inserimento di un impianto in sede 1.2 dopo un’attenta valutazione delle alternative terapeutiche. Il paziente è stato sottoposto a 12 mesi di terapia ortodontica fissa per la creazione di spazio e l’allineamento dentale.